CNUCE

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La sede del CNUCE in via S.Maria

Nel 1963 il Professor Alessandro Faedo, a quei tempi Rettore dell’Università degli Studi di Pisa compie un viaggio istituzionale negli Stati Uniti su suggerimento dell’amico Carlo Santacroce, compagno di studi alla Scuola Normale Superiore e in quel momento Vicepresidente della IBM Italia. Lo scopo di Santacroce era mettere in contatto Faedo con il mondo del calcolo elettronico, che in quegli anni veniva sviluppato soprattutto in Nord America, per convincerlo dell’importanza di istituire un polo italiano di ricerca e innovazione su questo tema.

Negli USA Faedo ha modo di incontrare anche il Vicepresidente della IBM Eugenio Fubini (figlio del famoso matematico Guido Fubini, che Faedo aveva conosciuto a Roma nel 1937), durante una visita allo stabilimento IBM di Poughkeepsie, dove veniva assemblato l’IBM 7090, in quel tempo il più grande elaboratore elettronico della seconda generazione.

Faedo nota in quella occasione che molte delle più importanti università americane erano sulla lista degli acquirenti della tecnologia IBM, ma nessuna università europea: convince quindi Fubini a donare qualche 7090, prossimo a divenire obsoleto a causa dell’arrivo sul mercato dei primi circuiti integrati, alle vecchie università oltre l’oceano. IBM accetta di mettere a disposizione di tre università europee (Londra per l’antica tradizione che aveva, Copenaghen per il nord Europa, e una proprio in Italia per il sud Europa) altrettanti 7090, allo scopo di incrementare lo sviluppo delle strutture di calcolo come sussidio alle ricerche universitarie, nei settori che maggiormente avrebbero beneficiato della elaborazione elettronica dei dati.

Pisa, città dalla solida tradizione scientifica ben promossa anche dalla intelligente attività politica di Faedo, e sede della prima calcolatrice elettronica italiana mai assemblata, la CEP, diventa quindi la candidata del Ministero della Pubblica Istruzione ad accogliere la 7090. Per ospitarla, nel 1964, viene fondato il C.N.U.C.E. (Centro Nazionale Universitario di Calcolo Elettronico): l’anno successivo, il 5 luglio 1965, IBM e Università di Pisa firmano una Convenzione per la concessione in uso gratuito per cinque anni dell’elaboratore, che viene inaugurato solennemente il 13 Novembre alla presenza del Presidente della Repubblica, Giuseppe Saragat.

Il Centro, con Direttore il Prof. Faedo, viene gestito da un Comitato Direttivo composto da un Presidente (nella figura del Direttore del Centro), un Segretario (Prof. Guido Torrigiani) e, in maniera paritetica, da rappresentanti della Università di Pisa e della IBM.

Ricerca SCOPRI

Veduta esterna della sala macchine del CNUCE

Nei primi dieci anni di attività, cioè fino al 1974, anno di passaggio dalla Università al CNR, il C.N.U.C.E. consolida la sua “doppia anima”: quella di “servizio”, offerto alla moltitudine di ricercatori sia dell’Università di Pisa che di altre università italiane (gestione delle macchine e dei sistemi operativi, assistenza e consulenza sui programmi, didattica, ecc.), e quella di “ricerca”, finalizzata ad offrire un servizio di calcolo tecnologicamente avanzato e a far avanzare gli studi e le scoperte in questo importante settore. 
In parallelo a queste due attività il C.N.U.C.E. si sviluppano due ulteriori filoni di ricerca estremamente innovativi per quei tempi: uno letterario umanistico (linguistica computazionale, Prof. Antonio Zampolli) e l’altro di musicologia elettronica (Maestro Pietro Grossi, in collaborazione con la cattedra di Fonologia del Conservatorio musicale “L. Cherubini” di Firenze).

Nel 1974 l’istituto passa sotto la gestione del CNR, abbandonando l’acronimo ma mantenendo il nome CNUCE per evidenziare il suo legame con il passato. Viene nominato Direttore dell’Istituto il Prof. Guido Torrigiani.

Nell’ambito del CNR le attività di ricerca assunsero una sempre maggiore rilevanza raggiungendo traguardi notevoli sia a livello nazionale che internazionale.

In particolare pensiamo ai progetti RPCNET, STELLA e OSIRIDE, svolti nell’ambito del Gruppo Reti di Computer (Dr. Luciano Lenzini), esempi di reti sviluppate dal CNUCE in collaborazione con altri partner nazionali ed internazionali. Questi studi crearono le condizioni che consentirono al CNUCE, il 30 Aprile del 1986, di collegare l’Italia ad Internet.

Un altro filone di ricerca importante fu quello relativo alle attività spaziali (Ing. Stefano Trumpy), inerente la dinamica del volo dei satelliti e lo sviluppo di software orientato alla gestione di missioni spaziali in collaborazione con le agenzie spaziali italiana, ASI, ed europea, ESA. Di particolare rilevanza anche l’utilizzo di programmi per le previsioni di caduta di oggetti spaziali particolarmente pericolosi come satelliti ed altri detriti in orbita, al servizio della nostra Protezione Civile.

Vanno inoltre ricordate le attività su meccanica dei materiali e ingegneria strutturale, quelle nel campo dei sistemi di accesso a banche dati, in particolare quelli per la gestione dei cataloghi di biblioteche, le attività nel campo dei sistemi interattivi e interfacce umane, l’elaborazione di immagini con particolare attinenza ai sistemi informativi territoriali, le attività sul calcolo vettoriale e sulle architetture a parallelismo massiccio, ai modelli e metodi per sistemi software, ecc.

Nel 1978 il settore del CNUCE che si occupava di ricerche in ambito linguistico si è separato divenendo prima un Laboratorio e successivamente, nel 1980, un istituto autonomo del CNR (ILC, Istituto di Linguistica Computazionale).

Elaboratori SCOPRI

Il calcolatore IBM 7090

Alla prima dotazione iniziale (IBM 7090 con sistema operativo IBSYS, elettronica a transistor, memorie a nuclei di ferrite) si affiancano e sostituiscono via via altri elaboratori sempre più moderni per il calcolo di base ed elaboratori più piccoli, ma specializzati per determinate attività progettuali (tra questi un IBM 1800 per le elaborazioni dell’Istituto di Fisica, della Clinica medica dell’Università di Pisa e per le ricerche in ambito musicale, un elaboratore IBM 1130 usato principalmente da ricercatori e docenti della facoltà di Ingegneria con i primi collegamenti in modalità remota tramite linee telefoniche, un sistema IBM 1401, sostituito successivamente con un IBM 360/30, per le elaborazioni linguistiche, ecc.)

Per gli elaboratori di grossa potenza, una scelta fondamentale è stata quella di orientarsi, più che sulla pura potenza di calcolo, sulla estrema flessibilità data dai sistemi conversazionali e interattivi (time-sharing, multiprogrammazione, memorie virtuali), nei quali gli utenti, invece di portare i loro programmi codificati su schede perforate ed eseguiti uno alla volta in modo strettamente sequenziale (“batch”), si collegavano direttamente, contemporaneamente ed in tempo reale all’elaboratore tramite terminali interattivi, locali o remoti su linee telefoniche, dai quali potevano spedire i programmi e ottenere i risultati senza doversi spostare fisicamente dalle loro sedi di lavoro.

Il 23 dicembre 1970 viene rinnovata la convenzione tra IBM e Università di Pisa, affiancando al sistema IBM 7090 (sostituito successivamente con un sistema IBM 370/155 con sistema operativo OS/MVT e successivamente da un sistema IBM 370/158 con sistema operativo OS/VS2) un nuovo e più potente elaboratore:  l’IBM 360/67 con sistema operativo CP/67-CMS, elaboratore di “terza generazione”, che faceva ampio uso di circuiti elettronici integrati SLT (Solid Logic Technology) al posto dei transistor e memorie a stato solido; nel 1975 questo viene sostituito da un IBM 370/168 con sistema operativo VM/ 370, che manteneva e migliorava le funzionalità del sistema precedente (memorie virtuali, interattività, ecc.)

Gli anni dal 1975 al 2000 vedono il CNUCE proseguire nella sua scelta strategica di puntare sulla flessibilità e interattività delle macchine piuttosto che a potenze elaborative estreme e in quest’ottica si devono le variazioni del parco di elaboratori: IBM 3033-N, 3081-D, 3081-K, 3090/180-VF, 9121/440.

Questo però senza trascurare, in particolari settori della ricerca matematica, chimica e ingegneristica, la disponibilità di macchine di alta potenza grazie ai sistemi ad elevato parallelismo che erano emersi sui mercati (1991 nCUBE2, gruppo di Calcolo Parallelo diretto dal Dr. Domenico Laforenza).

CNUCE, IIT e ISTI SCOPRI

Nel 1997 il settore del CNUCE che curava più specificatamente le infrastrutture di networking e la ricerca in tale ambito si separa dallo stesso divenendo un istituto CNR autonomo (IAT Istituto per le Applicazioni Telematiche) che successivamente nel 2002 cambia il nome in IIT (Istituto di Informatica e Telematica), fondendosi con l’Istituto di Matematica Computazionale IMC del CNR (creato nel 1993 per iniziativa del Prof. Milvio Capovani e formato da un gruppo di ricercatori matematici computazionali dell’IEI, Istituto di Elaborazione dell’Informazione, altro istituto CNR con sede in Pisa).

Nel settembre 2000, con operatività completa dal 2002, anche CNUCE e IEI si sono accorpati dando luogo ad un nuovo istituto: l’odierno ISTI (Istituto di Scienza e Tecnologie dell’Informazione “Alessandro Faedo”). Le grosse macchine vengono disdette e vengono privilegiate attività più specifiche di ricerca e di trasferimento tecnologico con elaboratori personali (personal computer, workstation, ecc) che nel frattempo si erano diffusi sul mercato.

Altre informazioni sulle pubblicazioni CNUCE sono accessibili mediante il programma PUMA (PUblication MAnagement) della Biblioteca di Area del CNR di Pisa.

Direttori SCOPRI