RPCNET

RPCNET è stata la prima rete di computer interamente progettata e realizzata in Italia e tra le prime in Europa, in grado di competere per efficienza con ARPANET ed altre reti esistenti all’epoca. Se la ricerca su ARPANET è stata motivata da ragioni militari, RPCNET è nato invece per un’altra ragione, interna al mondo scientifico dell’epoca: razionalizzare il servizio di calcolo scientifico nazionale.

Centri di calcolo di RPCNET alla fine degli anni 70

Il calcolo scientifico veniva erogato in quegli anni in modo autonomo da numerosi centri di calcolo distribuiti sul territorio nazionale, dotati di elaboratori all’avanguardia. Per tutte le discipline scientifiche (matematica, fisica, chimica, ingegneria, ecc.) il calcolo elettronico era fondamentale, ma anche molte materie umanistiche, come la linguistica, la giurisprudenza, la musicologia, si giovavano in quegli anni di questa novità per le proprie ricerche.
Nel 1970 il C.N.U.C.E. di Pisa avvia il progetto REEL (REte di ELaboratori) con l’obiettivo di progettare e realizzare una rete di computer per interconnettere i centri di calcolo scientifici italiani. Nel 1974 il CNUCE passa dalla gestione dell’Università di Pisa a quella del CNR e questo cambio favorisce ulteriormente lo sviluppo del progetto: da parte del CNR, infatti, c’era molto interesse nel poter fornire ai propri centri nazionali e alle Università questo importante servizio.

Il primo prototipo di rete RPCNET (REEL Project Computer NETwork) è resa disponibile nel 1976. Fino al 1985, cioè fino quasi all’avvento della rete Internet in Italia, RPCNET interconnette una decina di grossi centri di calcolo scientifico Italiani e consente al CNR di attuare una politica d’avanguardia per l’erogazione del calcolo scientifico. Infatti, con RPCNET l’utente collegato ad un centro di calcolo può trasferire file da un computer all’altro, accedere ai sistemi operativi (telnet di Internet) degli altri centri di calcolo e scambiare messaggi con altri utenti (email di Internet). Mediante un insieme di macro (RNAM – REEL Network Access Method) viene inoltre data agli utenti la possibilità di progettare e implementare la propria applicazione distribuita.

Sottorete delle connessioni
I livelli dell’architettura di RPCNET

Prima di RPCNET i vari centri di calcolo operavano in completa autonomia, ciascuno con il proprio bacino di utenza, acquisivano in autonomia i propri prodotti software (spesso duplicati tra i vari centri in modo molto poco economico) e gestivano i propri rapporti commerciali con i costruttori (IBM, Digital, UNIVAC, etc.). Con RPCNET le risorse di calcolo fornite dai vari centri vengono condivise da tutti gli utenti. Ciò significa, per esempio, che non c’è più l’esigenza di acquistare lo stesso software applicativo da parte di tutti i centri di calcolo: basta che un solo nodo della rete ne sia in possesso perché tutti gli utenti di RPCNET possano accedervi ed utilizzarlo per le proprie esigenze. In questo senso RPCNET ha avuto anche un impatto significativo sui rapporti commerciali tra il CNR e costruttori di elaboratori.

RPCNET contribuì indubbiamente a creare una cultura di networking tra gli utenti ed i gestori del calcolo scientifico in ambito CNR e universitario e a preparare il terreno che avrebbe facilitato la transizione ad Internet da lì a qualche anno.

TEAM

CNUCE
Fausto Caneschi
Erina Ferro
Paolo Guidotti
Livio Lazzeri
Luciano Lenzini
Maurizio Martelli
Claudio Menchi
Marco Sommani
Fabio Tarini

Centro Scientifico IBM di Pisa
Paolo Franchi
Sandro Fusi
Giuseppe A. Gori
Mauro Maier
Carlo Paoli
Raffaello Porinelli
Giorgio Sommi

Università di Palermo
Alessandro Genco
Giuseppe Puleo

Università di Torino
Paola Bertaina
Leonardo Gribaudo

Ricercatori Visitatori
Allen Springer, Centro Scientifico IBM di Cambridge, Massachusetts – USA