Pisa

Pisa

Pisa, sede della prima cattedra di Scienze dell’Informazione d’Italia, grazie alla sua grande comunità scientifica formata da Università, CNR e scuole d’eccellenza, è il centro da cui si è propagata l’Internet italiana, la tecnologia che ha rivoluzionato più di ogni altra le nostre abitudini, i nostri costumi e le nostre vite.

Nello scacchiere mondiale, su cui alla fine ha prevalso Internet, l’Istituto CNUCE del CNR di Pisa ha giocato una partita importante, con progetti pionieristici e affascinanti. Il primo collegamento italiano alla Rete, il 30 aprile 1986, è stato solo l’ultimo metro di una corsa appassionante verso l’innovazione e il futuro.

Torre di Pisa

I progetti

RPCNET

RPCNET è stata la prima rete di computer interamente progettata e realizzata in Italia e tra le prime in Europa, in grado di competere per efficienza con ARPANET ed altre reti esistenti all’epoca. Se la ricerca su ARPANET è stata motivata da ragioni militari, RPCNET è nato invece per un’altra ragione, interna al mondo scientifico dell’epoca: razionalizzare il servizio di calcolo scientifico nazionale.

Centri di calcolo di RPCNET alla fine degli anni 70

Il calcolo scientifico veniva erogato in quegli anni in modo autonomo da numerosi centri di calcolo distribuiti sul territorio nazionale, dotati di elaboratori all’avanguardia. Per tutte le discipline scientifiche (matematica, fisica, chimica, ingegneria, ecc.) il calcolo elettronico era fondamentale, ma anche molte materie umanistiche, come la linguistica, la giurisprudenza, la musicologia, si giovavano in quegli anni di questa novità per le proprie ricerche.
Nel 1970 il C.N.U.C.E. di Pisa avvia il progetto REEL (REte di ELaboratori) con l’obiettivo di progettare e realizzare una rete di computer per interconnettere i centri di calcolo scientifici italiani. Nel 1974 il CNUCE passa dalla gestione dell’Università di Pisa a quella del CNR e questo cambio favorisce ulteriormente lo sviluppo del progetto: da parte del CNR, infatti, c’era molto interesse nel poter fornire ai propri centri nazionali e alle Università questo importante servizio.

Il primo prototipo di rete RPCNET (REEL Project Computer NETwork) è resa disponibile nel 1976. Fino al 1985, cioè fino quasi all’avvento della rete Internet in Italia, RPCNET interconnette una decina di grossi centri di calcolo scientifico Italiani e consente al CNR di attuare una politica d’avanguardia per l’erogazione del calcolo scientifico. Infatti, con RPCNET l’utente collegato ad un centro di calcolo può trasferire file da un computer all’altro, accedere ai sistemi operativi (telnet di Internet) degli altri centri di calcolo e scambiare messaggi con altri utenti (email di Internet). Mediante un insieme di macro (RNAM – REEL Network Access Method) viene inoltre data agli utenti la possibilità di progettare e implementare la propria applicazione distribuita.

Sottorete delle connessioni
I livelli dell’architettura di RPCNET

Prima di RPCNET i vari centri di calcolo operavano in completa autonomia, ciascuno con il proprio bacino di utenza, acquisivano in autonomia i propri prodotti software (spesso duplicati tra i vari centri in modo molto poco economico) e gestivano i propri rapporti commerciali con i costruttori (IBM, Digital, UNIVAC, etc.). Con RPCNET le risorse di calcolo fornite dai vari centri vengono condivise da tutti gli utenti. Ciò significa, per esempio, che non c’è più l’esigenza di acquistare lo stesso software applicativo da parte di tutti i centri di calcolo: basta che un solo nodo della rete ne sia in possesso perché tutti gli utenti di RPCNET possano accedervi ed utilizzarlo per le proprie esigenze. In questo senso RPCNET ha avuto anche un impatto significativo sui rapporti commerciali tra il CNR e costruttori di elaboratori.

RPCNET contribuì indubbiamente a creare una cultura di networking tra gli utenti ed i gestori del calcolo scientifico in ambito CNR e universitario e a preparare il terreno che avrebbe facilitato la transizione ad Internet da lì a qualche anno.

TEAM

CNUCE
Fausto Caneschi
Erina Ferro
Paolo Guidotti
Livio Lazzeri
Luciano Lenzini
Maurizio Martelli
Claudio Menchi
Marco Sommani
Fabio Tarini

Centro Scientifico IBM di Pisa
Paolo Franchi
Sandro Fusi
Giuseppe A. Gori
Mauro Maier
Carlo Paoli
Raffaello Porinelli
Giorgio Sommi

Università di Palermo
Alessandro Genco
Giuseppe Puleo

Università di Torino
Paola Bertaina
Leonardo Gribaudo

Ricercatori Visitatori
Allen Springer, Centro Scientifico IBM di Cambridge, Massachusetts – USA

STELLA

Satellite Transmission Experiment Linking Laboratories

STELLA è la prima rete di computer europea via satellite, in grado di trasmettere dati ad altissima velocità (2Mbps già nel 1978!) tra il CERN di Ginevra ed i principali laboratori europei di fisica delle alte energie.

Vista aerea dell’antenna OTS installata nel cortile del CNUCE
Vista aerea dell’antenna OTS installata nel cortile del CNUCE

In Italia il progetto fu possibile grazie al finanziamento dell’INFN (Istituto nazionale di Fisica Nucleare): fu questa importante istituzione scientifica non solo a mettere a disposizione i fondi necessari, ma anche a persuadere Telespazio ad installare nel cortile del CNUCE di Pisa (un palazzo antico nel cuore del centro storico, a pochi passi dalla Torre di Pisa) un’antenna parabolica del diametro di 4 metri puntata verso il satellite OTS (Orbital Test Satellite) dell’ESA (European Space Agency). Era un’infrastruttura ingombrante ma necessaria per dare corpo a questo importante progetto.

Gli esperimenti di fisica delle alte energie condotti al CERN di norma comportano la raccolta di enormi quantità di dati che vengono elaborati da gruppi di fisici dislocati in varie nazioni europee; l’assenza di un servizio di trasmissione dati ad altissima velocità tra il CERN e tali laboratori complicava notevolmente l’elaborazione dei dati sperimentali. In quegli anni, infatti, i dati prodotti al CERN venivano memorizzati su nastri magnetici e successivamente trasportati nei singoli laboratori nazionali utilizzando metodi convenzionali (macchina, treno, aereo, ecc.). Una soluzione dispendiosa e incredibilmente lenta, che di certo non favoriva il progresso delle ricerche scientifiche. 

Collegamento di cinque nazioni europee
I laboratori di fisica coinvolti nel progetto STELLA

Per questo motivo il CERN mostrò un grande interesse per la proposta dell’ESA di utilizzare l’OTS per implementare un servizio dati ad alta velocità tra il CERN (Svizzera) ed i laboratori di cinque nazioni europee:  Italia, Inghilterra, Germania, Irlanda e Austria. Oltre al trasferimento di grossi file, con STELLA venne realizzata la “Remote Control Room” tramite la quale i ricercatori dei laboratori remoti potevano seguire l’evoluzione, in tempo reale, dell’esperimento in corso, al pari dei loro colleghi presenti al CERN.  STELLA costituì la versione europea della rete via satellite USA denominata SATNET tramite la quale, a partire dalla fine degli anni ’70, Internet fu estesa a quattro nazioni europee, tra cui l’Italia.

TEAM

CNUCE/CNR – Italia
Antonio Blasco Bonito
Nedo Celandroni
Erina Ferro
Luciano Lenzini
Elia Perotto

IAS/CNR – Italia
Massimo Pallotta

INFN – Italia
S. Catà
Francesco Celani
Riccardo Fantechi
Giuseppe Pierazzini
Riccardo Fantechi

TELESPAZIO – Italia
Antonio Marzoli
Sebastiano Tirrò

CERN – Svizzera
Mervyn Hine
Benjamin M. Segal
Knut So(dieresi)eren Olofsson

Rutherford Laboratory – UK
Chistofer J. Adams
John Burren

Technical University of Graz – Austria
Otto Koudelka
Thomas Waibel

Ricercatori Visitatori
Malik Ramic, IRIS – Energoinvest, Sarajevo – Iugoslavia
Jacques Loquet, EURATOM – Ispra

OSIRIDE

La rete RPCNET, interamente disegnata in Italia, realizzata tra il 1970 e il 1976 e passata successivamente alla fase di servizio, ebbe un ottimo successo tra gli utenti del CNR e dell’Università, ma dopo i primi anni di operatività si pose il problema di una sua evoluzione. RPCNET era infatti implementata su elaboratori IBM, per cui escludeva di fatto l’ingresso in rete dei centri di calcolo dotati di elaboratori che non provenissero da quel costruttore. 

Il logo di Osiride

Per superare questo limite, nel 1982, il CNUCE propose il varo del progetto OSIRIDE (OSI su Rete Italiana Dati Eterogenea) adottando l’architettura OSI (Open Systems Interconnection) per interconnettere i centri di calcolo CNR e Universitari italiani. Tale architettura, progettata in sede internazionale ISO (International Standards Organization) dai costruttori di computer, dagli operatori delle telecomunicazioni e dal mondo scientifico, era un’architettura alternativa all’architettura Internet.

In quel periodo, la scelta OSI sembrò ovvia, in linea con le scelte che molte altre nazioni europee ed extraeuropee si apprestavano a fare. Tuttavia, nonostante il software OSIRIDE fosse stato testato con successo sui computer dei principali costruttori, la rete OSIRDE non fu mai attivata poiché nei primi anni ’90 incominciò ad essere evidente che Internet avrebbe prevalso su OSI.

Cerimonia che si svolse al CNUCE il 10 Aprile del 1984. Nell’ambito di tale cerimonia il Prof. Ernesto Quagliarello (Presidente del CNR), il Dr. Carlo Debenedetti (Presidente della Olivetti) e il Dr. Carlo Santacroce (Presidente della Finsiel) firmarono un contratto di collaborazione per lo sviluppo del software OSIRIDE sugli elaboratori Olivetti.

TEAM

CNUCE
Andrea Bondavalli
Fausto Caneschi
Enrico Gregori
Diego Latella
Luciano Lenzini
Claudio Menchi
Emanuela Merelli
Marco Sommani
Enrico Zucchelli

Tecsiel
Fabio Dilonardo
Carlo Giovanni Giuliano
Arianna Pezzulli
Fulvio Zoccolini

Internet

L’Italia si collega a Internet per la prima volta il 30 aprile 1986, attraverso un gateway che si trovava all’istituto CNUCE di Pisa, in Via Santa Maria, a pochi passi dalla Torre di Pisa. Ma la strada per arrivare fino a quel risultato era stata lunga e tortuosa.

Configurazione del nodo Italiano di Internet
Configurazione del nodo Italiano di Internet, stabilita durante una riunione a CNUCE tra Luciano Lenzini (CNUCE) e Bob Kahn (DARPA) nell’autunno del 1980.

Il CNUCE infatti aveva aderito fin dal 1980 al programma di sperimentazione di questa nuova rete di trasmissione dati promosso dalla agenzia DARPA (Defence Advanced Research Project Agency) del Dipartimento della Difesa del Governo USA. Il vero e proprio collegamento, però, era avvenuto ben sei anni dopo. 

Un ritardo così lungo fu causato prima di tutto dalla burocrazia e dalla lentezza dei processi decisionali del mondo accademico, ma anche e soprattutto dalla difficoltà a superare le barriere culturali contro il networking, il nuovo filone di ricerca che da anni si stava sperimentando con buon successo proprio a Pisa. Perfino tra gli operatori delle telecomunicazioni del tempo questi studi erano considerati interessanti dal punto di vista scientifico, ma poco rilevanti nei potenziali sviluppi per il business, che in quegli anni si concentrava sulla telefonia.

Anniversario primo collegamento d'Italia ad Internet
Da sinistra Marco Filippeschi, Luciano Lenzini, Antonio Blasco Bonito, Stefano Trumpy, Massimo Mario Augello, Domenico Laforenza

Nessuno riusciva ad intravedere il valore commerciale di questa nuova modalità di comunicazione e nessuno in quegli anni avrebbe potuto prevederne gli incredibili sviluppi successivi. Solo la ricerca scientifica, che per sua natura è abituata a guardare oltre la frontiera del già esistente, poteva cogliere quella sfida. Il 30 aprile 1986 l’Italia, dopo Norvegia, Gran Bretagna e Germania, è la quarta nazione europea a connettersi a Internet. La storia dei sei anni che passarono tra l’adesione al progetto e la sua effettiva realizzazione è segnata da incontri, ostacoli, scelte, molta burocrazia e anche da un imprevisto colpo di scena.

TEAM

CNUCE
Antonio Blasco Bonito
Luciano Lenzini
Marco Sommani

Ministero della Difesa
Bruno Peticone

Telespazio
Antonio Marzoli

Italcable
Archimede Del Vecchio

La realizzazione di questo progetto comportò, da parte del CNR, il finanziamento di 510 Milioni di Lire, un budget davvero importante per quei tempi. Questo finanziamento fu possibile grazie anche al sostegno convinto fornito, nel periodo di esecuzione del progetto, dal Presidente della Commissione Generale per l’Informatica del CNR Giuseppe Biorci e dai Direttori del CNUCE Gianfranco Capriz (1979-1983) e Stefano Trumpy (1983-1996).

La Timeline

Dal 1970 ai primi anni Novanta, venti anni di progetti sulle reti di computer al CNUCE.

L'archivio (ricostruito) del CNUCE

Dopo la scomparsa dell'archivio ufficiale del CNUCE, grazie ad un lungo lavoro manuale, è stato possibile rendere consultabili la gran parte dei documenti.

356

Documenti

157

Papers

11

Lettere

60

Persone coinvolte

Continua a leggere